Vinitaly 2015 #3: se dico Chianti dico…

Mag 8, 2015 | Notizie

Il nostro piccolo viaggio tra i produttori del Consorzio Vino Chianti presenti a Vinitaly sta finire. L’obiettivo era capire quali sensazioni evoca la parola “Chianti” e parlando con Fattoria Varramista ci accorgiamo di quanto sia importante -soprattutto per chi il vino lo fa e lo vive in prima persona-  il senso di appartenenza a questo mondo chiamato “Chianti”.  E scopriamo anche come sia cambiata nel tempo l’idea del pubblico al quale ci si rivolge: un pubblico sempre più “evoluto” e smart, attratto non solo da un nome importante ma attento anche alla dimensione globale del prodotto, legata non solo al vino ma a un lifestyle. Chianti- prosegue Fabrizio Forconi del Podere dell’Anselmo “è un brand così consolidato che è come una quercia secolare: le nostre radici sono importanti e imponenti. È difficile scalzarle. Tuttavia, i cambiamenti apportati negli ultimi tempi sono stati affrontati bene: i prodotti non sono anni luce diversi. La visione nuova parte dal vigneto, dalle lavorazioni. Un vino che si fa in vigna e in cantina: in realtà l’uomo fa poco, è solo custode di questo segreto…”

Parole importanti e sincere, che trovano ulteriore conferma in quelle di Barbara, di Tenuta Trecciano. Parlando con lei, emerge con forza il legame del Chianti alla sua storia e alla storia della sua regione di appartenenza, la Toscana. Senza però ancorato a un passato che pesa per la sua importanza, Chianti oggi è sempre più “un brand a tuttotondo, capace di catturare un pubblico attratto da un concetto affascinante perché in sé porta sia la tradizione che l’innovazione”. E in Fattoria Bini così come in Casa al Vento si parla di Chianti come di un vino tra i più conosciuti al mondo proprio perché in grado di intercettare un pubblico quanto mai ampio. Merito anche della sua semplicità, del suo essere proteso a entrare in sintonia con ogni palato senza incutere il timore reverenziale che si prova di fronte a vini di grande struttura. Come affermano in Fattorie Fazzuoli e Fattorie Gratena, il Chianti piace proprio per questo: perché è un vino che si lascia amare e “comprendere”  da tutti, non solo dagli intenditori. Chianti è la semplicità intesa nella sua accezione più positiva, la massima espressione del  vino fatto per chi ama il vino.

Ritano Baragli, parlando a nome di Valvirginio Colli Fiorentini, prosegue sul binomio “Chianti- Toscana”. Un concetto imprescindibile, come imprescindibile è l’importanza dei numeri, che parlano da soli: oltre 100 milioni le bottiglie vendute nel mondo ogni anno fanno del Chianti una denominazione conosciuta e apprezzata universalmente, oggi ancora più forte grazie a un grande rilancio di immagine che sta portando avanti.  Un concetto importante, ribadito con forza anche in Fattorie Parri  e Pieve dè Pitti, così come in Fonti a San Giorgio e Fattorie Valacchi: Chianti è vivere toscano  e tipicità  insieme: la consapevolezza di essere testimoni e eredi di una importante tradizione proiettata in una dimensione internazionale.

Quando si parla di Chianti, il legame con la Toscana è indissolubile: per Mannucci Droandi e in Poderi Tognetti “Chianti evoca il territorio e il vino è il suo miglior ambasciatore. La forza del vino Chianti è proprio la capacità di esprimere al meglio il territorio in cui nasce: due cose che non possono essere divise, perché Chianti non è solo un prodotto, è arte e storia di Toscana, è tradizione di cultura”. Chiudiamo il cerchio con le parole di Pietro Beconcini Agricola: “chi dice Chianti dice il vino italiano nel mondo. Vino fatto per il cibo, vino di buon colore e buon sapore: un vino bello e buono, insomma. Un vino per tutti, che a differenza dei  grandi vini strutturati -leitmotiv di qualche anno fa- non spaventa ma accoglie”.