I Millennials, la Gen Z e “l’evangelizzazione” del Vino Chianti in Russia tra seminari ed Instagram

Lug 27, 2021 | Chianti Blog, Uncategorized

Consolidare ed innovare, quando interpretare ed educare il mercato è fondamentale

Non si finisce mai di ‘evangelizzare’.

Il mondo del vino può rispettosamente utilizzare questo termine per riferirsi al processo di diffusione della conoscenza legata alle denominazioni che, come un puzzle, compongono l’Italia enoica. Nel nostro caso, il vino Chianti ha iniziato i suoi viaggi di evangelizzazione per il mondo in tempi remoti e dunque adesso ‘la sua fama lo precede’, ma non si può mai fermare il percorso di diffusione della cultura di questo vino e delle sue innumerevoli peculiarità.

E, nonostante rappresenti oggi uno dei mercati più importanti per l’export del vino Chianti (l’Italia si piazza al quinto posto nella classifica), la Russia è sempre un territorio da scoprire e dove consolidare le fasce di mercato conquistate negli anni. Per sua particolare composizione, parliamo di un territorio enorme dove però la popolazione si concentra perlopiù in poche grandi città, e dove il cambiamento generazionale dei consumatori vede sempre di più affacciarsi nuove, giovanissime, fasce d’età.

I giovani, quei millennials… e la Gen Z

Occorre fare un distinguo per identificare chi sono i consumatori del terzo millennio. Tenendo conto che il vino è mediamente un genere di consumo che si affaccia nella vita delle persone dal conseguimento della maturità è facile profilare un consumatore prendendo in analisi la sua componente anagrafica. Ogni anno, un’annata particolare, per rimanere nel gergo, si affaccia sul mercato ed al consumo enoico. Ad esempio, possiamo ipotizzare che oggi nel 2021 si stiano profilando come consumatori i nati nel 2003 che, almeno per la legge italiana sono diventati maggiorenni, e così via. Certo non è una scienza esatta, ma il vino è anche questo: un brindisi di benvenuto nella società adulta.

Il vino deve mutare e resistere nelle generazioni, come l’arte e come il rock’n’roll.

Sopravvivere ai cambiamenti sociali. Oggi come non mai, a differenziare segmenti e target da un punto di vista anagrafico sono le abitudini e momenti di consumo.

La vera domanda da porsi, volendo interpretare una fascia di consumatori è: “come mangiano?”. Ed ecco a cosa il vino deve sopravvivere; agli inesorabili cambiamenti di costume che, oltretutto, si intersecano perfettamente con l’espansione dei mezzi digitali che hanno fatto crescere esponenzialmente la concorrenza e diversificato l’offerta.

Oltretutto, il digitale comanda quando si parla di classificazioni generazionali.

Nelle ventiquattro ore di cui si compone il giorno, sono fioriti momenti di comfort e consumo nuovi, molto diversi dai canoni storici e tradizionali. Dai brunch domenicali agli aperitivi di ogni sorta, è avvenuta una vera rivoluzione nel concetto di aggregazione e socialità tra i più o meno giovani.

E poi, grazie ad i già citati mezzi digitali, l’Home Delivery, spinto anche dalle chiusure dovute al Covid-19, è diventato una risorsa comunemente praticata. In tutto questo, le bottiglie di vino – anch’esse sempre più presenti sulla scena digitale – diventano protagoniste di foto, post, stories dei nuovi influencer di settore, in un panorama in continua evoluzione, dove diventa fondamentale capire intimamente i consumatori.

Ed ecco quindi i Millennials che sono cresciuti in un clima di preistoria digitale, nati tra i primi 80’s e la prima metà dei 90’s. Con in mano uno schermo in bianco e nero a pochi pixels e con le grandi saghe cinematografiche che ne hanno plasmato la fantasia, i sogni e le speranze. Stanno diventando gli adulti del presente e per il mondo del vino rappresentano un target di riferimento sempre più importante, vista la capacità di spesa sempre più indipendente. Per la fascia di consumatori definita Gen Z s’intendono invece i nati post 95/96 fino al 2010 quelli nella piena era di sviluppo digitale, dominata dall’onnipresenza di uno schermo interattivo in ogni ambito e momento della giornata.

Ecco perché, in questo multiverso di consumatori, ognuno con le proprie abitudini alimentari e sempre più lontani dai rituali quotidiani legati al classico ritmo pranzo/cena, il compito di chi vuole far apprezzare e consumare il proprio vino è anzitutto quello di consolidare la sua presenza nei nuovi media.

Russiagram

Per questo il Consorzio Vino Chianti investe molto sui rapporti e li sedimenta con frequenti attività di comunicazione in Russia. Per permettere ai nostri produttori di essere sempre rappresentati e poter pronunciare la parola Chianti come un abracadabra per aprire nuove finestre di mercato. Animati da questa intuizione, abbiamo voluto puntare su un’inedita campagna di influencer marketing, sfruttando a pieno le potenzialità di account Instagram molto seguiti e che non fanno necessariamente solo riferimento al mondo del vino, ma parlano l’alfabeto digitale contemporaneo dei social.

FOCUS: “La modernità del Sangiovese in sette espressioni di Chianti D.O.C.G.”

Il mondo digitale è senz’altro oggi una realtà imprescindibile, anche nel settore vino.

Ma altrettanto concreta è la necessità di educare più tecnicamente il pubblico – dai professionisti agli amatori – al verbo del vino Chianti. Ecco dunque le immancabili occasioni didattiche enologiche della tradizione “B2B”, sotto forma di seminari, per l’occasione in forma ibrida.

Il Consorzio ha tenuto due appuntamenti nell’ambito del “Simply Italian Great Wines – Russia Tour”, con la finalità di rinfrescare la conoscenza ed il palato dei professionisti russi, dai quali manca fisicamente dal novembre 2019.

Il 28 e il 30 giugno, rispettivamente, a Mosca e a San Pietroburgo, si è posto l’accento sulla spiccata poliedricità del vitigno Sangiovese, attraverso un carosello di sette vini scelti dal Consorzio per interpretare con freschezza una duttilità e contemporaneità di prodotto davvero accattivante.

In collegamento da Firenze, Luca Alves, Event Manager e Brand Ambassador, ha introdotto e condotto assieme ai giornalisti locali Denis Roudenko e Veronica Denisova le masterclass attraverso l’assaggio di tre Chianti d’annata, un Chianti Superiore, e tre Chianti Riserva. Anche “ai tempi del Covid” il Consorzio mantiene inalterato lo sforzo profuso nel mondo per continuare la sua fondamentale missione di porta bandiera, oggi grazie al giusto mix di tecnologie e creatività, ma con la stessa passione e dedizione di sempre.