London Chianti, dopo il Covid e la Brexit torniamo in Inghilterra

Ott 25, 2021 | Chianti Blog, Uncategorized

Il Consorzio Vino Chianti vola nella capitale del Regno Unito a ‘Simply Italian Wines’ 

Due linguaggi universali, il vino Chianti e l’inglese. 

Uno apre le porte della convivialità e l’altro è il mezzo con cui le conversazioni si sviluppano libere e leggere attorno al calice. Ovunque nel mondo si parlano queste due lingue, si conoscono queste culture e da sempre esiste tra l’Inghilterra delle campagne disseminate di bellissimi larici e la Toscana degli ulivi aggraziati, i poggi e il Sangiovese, un legame di reciproco amore, stima e attrazione

In tutta la regione, a cominciare dal quartiere inglese, zona Piazza d’Azeglio, Piazzale Donatello e il Cimitero, a Firenze, si trovano tracce di commistioni e in Inghilterra sono studiati capolavori della letteratura medievale e tardo romanza toscana, da Dante, Petrarca a Boccaccio. 

Ora che la situazione di chiusure e contenimenti dovuta al Corona Virus si sta allentando e sono consentiti gli eventi in presenza è tempo che il Consorzio inizi a ripercorrere la via Francigena metaforica che unisce, appunto, la Toscana e il Chianti a Londra.

I rapporti devono essere ristabiliti, l’attività promozionale deve iniziare a ripartire. L’occasione del Simply Italian Wines è dunque la manifestazione giusta per tornare a degustare con gli operatori di settore britannici e di tutto il mondo. Una selezione di nostri produttori associati è volata insieme nella City per partecipare a tasting e un seminario istituzionale dal titolo “The seven sub zones of Chianti” in collaborazione con la wine educator e contributor della rivista Decanter, Emily O’Hare.

Sette zone per un’annata, la 2019 e sette etichette per ogni sottozona del Chianti D.O.C.G.

Ventotto produttori e centosettantre etichette per rappresentare al meglio il territorio e la denominazione, in attesa di poter tornare a muoversi in massa e compatti. 

Intanto, dalla terra che rappresenta per il vino Chianti una buona fetta di mercato. Così per il vino italiano che: (Fonte WineNews) “Nel 2020, ha registrato sulle quote import  3,7 miliardi di euro, dagli oltre 4 miliardi del 2019, con un calo pagato principalmente dagli sparkling (-21%) e dall’imbottigliato fermo (-7,5%), che insieme hanno fatturato poco più di 3 miliardi di euro (81%). Di questi numeri, l’Italia rappresenta il secondo fornitore di vino per il Regno Unito, con una quota del 20,7%, dietro solo a quella della Francia (32,4%), per un valore complessivo di 693,9 milioni di euro.” 

Inghilterra patria del teatro, la musica, l’arte, la poesia e del giornalismo enogastronomico accoglie di nuovo il vino rosso di Toscana e insieme si possono sedere ad un bistrot tra Times Square e Piccadilly Circus e alzare i calici in onore dell’Ammiraglio Nelson o di Leonardo da Vinci e tornare a scrivere la storia della cultura del buon vivere mondiale.